IL CIELO È DI TUTTI

Resoconto del laboratorio astronomico condotto a Cagliari – Estate 2015

C’è chi ha attraversato la Sardegna per venire, chi ha preso l’aereo e chi la nave. Siamo in un’aula della scuola Santa Caterina di Cagliari, la brezza del mare fa capolino dalla finestra, siamo al terzo piano e il caldo si fa sentire.

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Cominciamo il laboratorio In viaggio con il sole, siamo in 15, tanti giovani come noi, e con due esperte dell’Equipe che partecipano osservando la metodologia del laboratorio.

Come di consueto nei laboratori del MCE partiamo dalla richiesta di un ricordo soggettivo di cielo, un cielo che ha stupito, meravigliato: non un ricordo generico, ma particolare e personale.

Così ha inizio la nostra avventura ai Cantieri; a condurre siamo in tre, Rita e Laura da Pisa e Maria da Roma, ci unisce la formazione con il Gruppo di Pedagogia del Cielo, un gruppo di ricerca del MCE che lavora da anni in rapporto diretto con quella parte della natura che è ovunque, gratuita e a disposizione di tutti, anche nelle situazioni più svantaggiate: il cielo. La ricerca si propone di indagare temi legati all’Astronomia attraverso l’osservazione dei fenomeni celesti per mezzo di semplici strumenti autocostruiti, esplorando la mitologia, che racconta l’organizzazione dello spazio e del tempo nelle diverse culture (1)

 

 

Schermata 2016-01-26 alle 11.13.34Il nostro laboratorio è un viaggio formativo, un viaggio alla scoperta del Sole, accompagnati da racconti di miti e brani tratti da Palomar (2) . Vogliamo condividere con i partecipanti didattiche attive, che valorizzino e promuovano un rapporto di conoscenza personale e diretta con lo spazio e le sue regole di organizzazione connotate culturalmente. Così per cominciare chiediamo di fare un disegno: “voi con la vostra ombra”.

Perchè partire dall’ombra?

Perchè l’ombra ci insegnerà molte cose sul sole e sul suo movimento.

Perchè partire dal disegno?

Galileo ha passato molto tempo a disegnare e anche un bambino piccolo che disegna sta provando a capire il mondo: il disegno è un modo di pensare e guardare il mondo, e su quei disegni si possono fare tante considerazioni. Tuttavia preferiamo passare alla fase dell’osservazione diretta, così usciamo fuori e ci mettiamo a guardare e scrivere quello che ci sembra interessante per il nostro studio delle ombre. Singolarmente partiamo ad esplorare le ombre del cortile, della piazza e qualcuno si avventura un po’ più in là.

La prima cosa che chiediamo è un lavoro individuale, perché in solitudine ci confrontiamo con noi stessi e i nostri pensieri. Le parole evocative che ciascuno fa uscire vengono poi condivise . Proponiamo infatti ai partecipanti, di provare a scrivere in piccoli gruppi, un testo o una poesia sull’ombra. Sono i primi momenti di incontro e di scambio, c’è da decidere che strada seguire, come comporre qualcosa che appartiene a tutti..

Il momento delle restituzioni è qualcosa che diverte e commuove: c’è il gruppo che ha provato a scrivere e inscenare una poesia; c’è quello che ha inventato una storia strutturata e ambientata nella scuola; e infine quello che ha richiesto la partecipazione del “pubblico” che è diventato parte della restituzione senza sapere a cosa andava incontro…

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Dopo un primo approccio alle ombre la giornata prosegue con un approfondimento del tema, scopriamo l’acchiapparaggi e l’Horihomo, un antico strumento per misurare il tempo attraverso la lunghezza della nostra ombra. L’Horihomo è basato sul fatto che in un dato giorno dell’anno e in un dato luogo esiste una relazione precisa tra l’ora e l’altezza del Sole sull’orizzonte. La misura risultante è strettamente legata alla latitudine del posto.

Il giorno seguente facciamo una richiesta che spiazza: staremo tutta la mattina al sole. Abbiamo bisogno di incontrare da vicino il nostro compagno di viaggio, il caldo si fa sentire ma il gruppo risponde bene.

Durante la notte precedente noi tre andiamo a giro per Cagliari per trovare un posto accogliente per l’attività. E’ difficile. Serve un luogo in cui si veda bene l’orizzonte e che sia abbastanza accogliente; troviamo verso mezzanotte un piazzetta che si affaccia sul mare dell’est, ha una fontana funzionante e non è troppo soffocata da edifici.

La mattina scopriamo, con nostra sorpresa, che è coperta di cappelli che due ambulanti vendono. Non chiedevamo di meglio! Comincia così la seconda giornata alla scoperta dell’orizzonte e del nostro corpo che diventa uno strumento universale per misurare distanze angolari. Spanne, pugni e pollici ci accompagnano fino ad ora di pranzo, storie di miti aprono la porta al lavoro, le teste bagnate con l’acqua della fontana rendono il caldo più piacevole e un semplice gioco di posizionamento ci pone domande e mette allegria.

Torniamo alla scuola con un bagaglio in più, adesso abbiamo un punto di partenza importante: un oblò sul cielo per osservarne i suoi percorsi. Così il pomeriggio prosegue con l’orientamento e il Mappamondo Parallelo. Ora che conosciamo il nostro orizzonte e abbiamo indagato il percorso del sole nel luogo siamo pronti per avere un punto di vista più globale.

A terra troviamo tracciata la linea del meridiano, con chi è potuto rimanere ed ha sottratto tempo alla preziosa pausa pranzo a cavallo del mezzogiorno locale abbiamo tracciato questa linea fondamentale che ci servirà per le nostre osservazioni astronomiche col Mappamondo Parallelo. Questo strumento prezioso fa parte di un progetto nato nel 2011 all’interno del Gruppo di Pedagogia del Cielo .

Schermata 2016-01-26 alle 11.13.06A partire dal mappamondo che tutti già conoscono, si costruisce un “nuovo” strumento che permette di ripensare la propria posizione sul globo terrestre in relazione agli altri Paesi. Questo strumento permette di osservare in tempo reale come il Sole illumina le diverse regioni della Terra e quindi di comprendere l’alternarsi del giorno e della notte, delle stagioni e dei fusi orari sul nostro pianeta. (3)

Il primo approccio a questa ultima fase ci porta a porci domande di fondo come Cosa vuol dire ‘sotto’ nello spazio? Spesso un ostacolo didattico è rappresentato dalla confusione tra alto e basso con Nord e Sud. Nel parlato quotidiano usiamo dire “salgo a Nord” o “scendo a Sud”, si appendono al muro delle nostre aule scolastiche carte geografiche e carte Europa-centriche che alimentano questa convinzione. Cominciare a giocare con il Mappamondo Parallelo e libero dal suo supporto può aiutare a restituire all’alto e al basso il loro valore locale.

Così grazie al Mappamondo abbiamo osservato i Paesi attraversati dal terminatore, la linea di separazione tra la zona illuminata e la zona in ombra, e abbiamo guardato e commentato come si sposta col passare del tempo, fatto ipotesi e cercato di scoprire cosa succede alle ombre in vari paesi del Mondo.

Torniamo in aula, il tempo stringe, ci avviamo alla conclusione: torniamo ai nostri disegni, è interessante confrontare i risultati emersi nei disegni iniziali e quelli emersi dopo le considerazioni fatte in questi due giorni. Appuntiamo sul quaderno le domande rimaste aperte e non abbiamo il tempo di salutarci adeguatamente. Cerchiamo il tempo della relazione il giorno dopo, nella splendida cornice della biblioteca storica di Cagliari, dove restituiamo al gruppo una poesia composta con i loro ricordi di cielo del primo incontro.

C’è metodo e metodo

Grazie a Oreste Brondo oggi siamo diventati sperimentatori scientifici.

Siamo partiti da una curiosa domanda

Dove finiscono i colori quando non c’è la luce?

per arrivare, non sappiamo bene COME neanche noi che c’eravamo, a questo

Un poeta, credo che fosse, un giorno disse: “l’intero universo è in un bicchiere di vino”.

Non credo che sapremo mai che cosa intendesse lui con questo, perché i poeti non scrivono per essere capiti,  ma è vero che se guardi un bicchiere di vino abbastanza da vicino, vedrai l’intero universo.

Ecco le cose della fisica: le torsioni del liquido e il riflesso nel vetro . E con la nostra immaginazione vediamo gli atomi. Evapora a seconda del vento e delle condizioni del tempo. Il vetro è un distillato di roccia terrestre e nella sua composizione sveliamo il segreto dell’età dell’universo e l’evoluzione delle stelle.

Quale strana schiera di componenti chimici ci sono nel vino? Come si sono formati? Ci sono fermenti, enzimi, sostrati e prodotti e lì, nel vino, si fonda la grande generalizzazione: tutta la vita è fermentazione. Neppure puoi scoprire la chimica del vino senza scoprire, come fece Pasteur, la causa di tante malattie.

Com’è intenso il colore del vino che proietta la sua presenza nella coscienza di colui che lo osserva. E se le nostre piccole menti, per qualche modesta convenienza dividono questo bicchiere di vino, questo universo, in diverse parti, in fisica, biologia, geologia, astronomia, psicologia eccetera, ricorda che la natura non fa questo. Per cui rimettiamo tutto assieme per non scordarci infine per cosa è fatto, lasciamo che ci regali ancora un ultimo piacere, beviamolo e scordiamoci di tutta questa storia.

Richard Feynman “L’universo in un bicchiere di vino”

Il ‘metodo Oreste’ ha funzionato!

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Franco Lorenzoni a Pisa – evento di inizio attività del gruppo MCE – 15 ottobre 2015

Gentili simpatizzanti MCE della zona pisana,
è con piacere che vi invitiamo all’evento inaugurale dell’anno scolastico e formativo del Movimento.

Giovedì 15 ottobre, ore 17.00
c/o Cinema Teatro Lux,
piazza S.Caterina (piazza Martiri della Libertà)
PISA

I BAMBINI PENSANO GRANDE
di Franco Lorenzoni

Franco Lorenzoni a Pisa 2
l’autore converserà con Luca Randazzo e con il pubblico
Verrà presentato anche il film documentario Elementare prodotto dalla Casa Laboratorio di Cenci

Al termine presentazione delle attività del gruppo territoriale e aperitivo.

Vi invitiamo a stampare una locandina e affiggerla nelle vostre scuole.

Vi aspettiamo!

Perché faccio parte del MCE

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Ho letto l’appello pubblicato dal MCE sui voti e mi è tornato in mente un ricordo che avevo accantonato.
Durante gli anni del liceo ho avuto un professore di Storia e Filosofia che credeva fermamente nella non utilità di dare voti. E applicava questo cercando di non fare verifiche in classe ma proponendo delle interrogazioni ‘propositive’ su un argomento trattato o che comunque girasse intorno al tema del momento.
Mi ricordo che, mentre stavamo affrontando Kant, io a casa mi ero letta un libricino che intitolava pressapoco così “Ritrattino di Kant a uso personale di mio figlio”.  L’esposizione di questa lettura fu sufficiente per verificare che stavo seguendo con il giusto spirito il programma. Quando arrivavano le pagelle c’erano sempre voti di Storia e Filosofia positivi e poco variabili tra di noi.

La scuola che ho frequentato era considerata selettiva e di vecchio stampo. Gli argomenti da trattare erano tanti e le verifiche fioccavano continuamente.

Questo professore però richiedeva altri tempi di apprendimento e coinvolgimento, la cosa mi lasciava tanto perplessa. Mi sentivo talmente schiacciata da tutte le scadenze e dal dover tenere il passo col tempo che ho cominciato a tralasciare le sue materie.

Oggi, che ho 30 anni e lavoro con i bambini al di fuori degli orari dettati dalla scuola, comincio a capire cosa voleva trasmetterci e la grande idea di scuola che c’era dietro a questa scelta.

Comincio a capire perché vivo quotidianamente con un gruppo di bambini, più o meno sempre lo stesso, il momento dei compiti e mi trovo a collaborare con chi a scuola c’è e prova a pensare a ritmi diversi.

Mi ritrovo oggi a scrivere dopo esser tornata da un laboratorio tenuto da un gruppo di insegnanti che fanno parte di un movimento chiamato Movimento di Cooperazione Educativa.

In questo laboratorio ci siamo ritrovate in una stanza buia, senza poter vedere niente, con ciascuno davanti a sé un pezzo di creta e come unica richiesta quella di modellare l’emozione che ci suscitava questa esperienza. Sembra un pò naif e anche filoromantica, ma da una cosa così semplice sono venute fuori tantissime riflessioni. Le insegnanti che conducevano ci hanno raccontato che la loro scuola ha l’abitudine di aprire le porte una volta l’anno ai soli genitori per incontrarsi con loro nello sperimentare questo tipo di attività che solitamente coinvolgono i loro figli.

Nel MCE gli insegnanti condividono esperienze di scuola.

Io, che nel corso degli anni sono diventata una matematica ed educatrice, ho trovato nelle sperimentazioni di insegnanti MCE percorsi didattici che hanno appassionato i ragazzi alla scienza. Ho trovato professori che lasciano compiti a casa che non hanno bisogno di libro, penna o quaderno, compiti che per la natura della richiesta hanno come risultato produzioni tra loro tutte diverse e tutte con una personale soluzione! Percorsi che appassionano ragazzi a una materia difficile come la matematica attraverso l’astronomia e l’osservazione del cielo.

Tutto questo l’ho trovato all’interno della scuola pubblica.

Ad oggi non so dire se questo professore di Storia e Filosofia è stato per me qualcosa di buono. In un contesto selettivo come quello del mio liceo io la sua scelta l’ho vissuta come una ribellione del tutto sua e personale, che non riuscivo a capire.

Per questo dopo tanti anni di scuola pubblica mi domando se l’energia e la spinta innovatrice non debba vivere in sperimentazioni isolate e spesso elitarie,  ma dentro quello che è nostro e pubblico.

La risposta più forte che fino ad ora ho trovato nella mia formazione è quella di questi insegnanti. Ci sono tante storie di piccole rivoluzioni intorno a noi che riescono a dare tanto alla scuola e cercano di farne tesoro.

Se mai si arriverà ad abolire i voti e a un contesto diverso dentro le classi sarà anche per il lavoro lungo e paziente di chi dentro la scuola, creando rete, opera e sperimenta.

APPELLO: http://www.mce-fimem.it/sui-voti-una-lettera-alle-scuole/

Rita

CANTIERI per la FORMAZIONE

CANTIERI per la FORMAZIONE

E r r a r e umano è…

navigare, scambiare, conoscere

Corso residenziale di formazione
per educatori, insegnanti, studenti

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CAGLIARI , 6-9 luglio 2015
SCUOLA primaria Santa CATERINA
Via N. Canelles, 1

Per info e iscrizioni scaricare il materiale informativo allegato

Volantino

Pieghevole

Consigli utili per arrivare

Presentazione
Errare è un tema adatto a chi educa. Il viaggio, reale o immaginario che sia, è una metafora del processo di crescita e di apprendimento. I significati del viaggiare sono molteplici, affascinanti e sempre attuali. Errare, rimanda anche alla possibilità di sbagliare, di perdersi, di cercare. È una dimensione importante del crescere che ci riporta al senso della vita e della crescita intese come ricerca e conoscenza di sé e del mondo intorno. Il viaggiatore è sensibile alla curiosità, volge lo sguardo all’avventura del conoscere. Viaggiando ci si imbatte in crocevia che portano a scelte tra direzioni alternative: non è facile abbandonare strade note ed affrontare imprevisti, ma è quella che intraprende chi ha il coraggio di cambiare. Al ritorno dal viaggio non siamo più gli stessi: come si ricomporranno i modelli conosciuti con le nuove mappe apprese nel corso del viaggio? Si tratta di domande importanti per chi si occupa di apprendimento.

Lo stage, messo a punto dall’Equipe Cantieri Mce per la formazione, si svolge alla scuola primaria S. Caterina, in centro a  Cagliari, dal 6 al 9 luglio 2015 .
Nei quattro giorni sono previste attività di accoglienza, plenarie e reading sui fondamenti della pedagogia Freinet.
Quattro i laboratori che indagheranno attivamente sulle dimensioni del viaggiare. Al termine dei quali si confronteranno i metodi  e le (buone) pratiche) messe in luce attraverso incontri plurimi ravvicinati: Word cafè .
Pensiamo che la Scuola per rinnovarsi abbia bisogno di allargare lo sguardo, di vedere il proprio lavoro inserito in contesti sociali ed educativi più ampi, per ritrovarne il senso e l’orgoglio. Per questo due serate consentiranno ai partecipanti di dialogare con esperti provenienti da ambiti diversi dalla pedagogia, incontrando nuovi punti di vista sul mondo dell’educare.
Mostre e scambi di materiali su bambini e città, materiali e strumenti scolastici accompagneranno le giornate dello stage.
Il finale dello stage propone una tavola rotonda tra operatori ed esperti per ritrovare una bussola, un orientamento nel momento di ritornare in contesti educativi. Il centro della conversazione è la scuola con le domande:  Cosa possiamo fare noi?  What we can do?  Un forum aperto,  teso a  far emergere:  ciò che nella scuola vorremmo trovare; ciò che invece c’ è;  ciò che si può fare.
L’ultimo atto dello stage guarda al futuro: ciascun partecipante potrà scegliere un tema di studio e di ricerca connesso al tema del viaggiare, impegnandosi a sperimentare nei luoghi educativi, un percorso di lavoro innovativo. Ogni azione sarà supportata da un tutor, che accompagnerà la progettazione e la pratica didattica attraverso l’uso di una piattaforma Mce dedicata.

ATTESTATO di frequenza
Il Movimento di Cooperazione educativa è associazione professionale  riconosciuta dal MIUR quale soggetto qualificato per la formazione del personale ai sensi del DM 177/2000 e D.M. 5.7.2005 prot.1224. Il corso può essere riconosciuto quale attività formativa dalle Università. Si rilascia attestato per 30 ore.

PARTECIPAZIONE, PRENOTAZIONI, SOGGIORNI E  COSTI:
INFO: www.mce-fimem.it
MCE-Sardegna  C. S. 348.8891478 –  C. L. 347.3912107 mce.sardegna@gmail.com
MCE-Cantieri   t. 041.952362 mce-ve@virgilio.it

Apericena di restituzione

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Ricordiamo che venerdì 8 maggio presso il Circolo Ortaccio di Vicopisano si terrà l’evento conclusivo delle attività di formazione del gruppo territoriale di Pisa del MCE.

 

Ore 18.00 – 19.30 Restituzione dei laboratori: foto, riflessioni, manufatti, pensieri, idee per l’anno prossimo
Ore 19.30 Apericena sociale (ognuno porta qualcosa), le bevande si pagano al Circolo

Grande banchetto dei libri e degli strumenti didattici cooperativi. Venite numerosi!

L’educazione all’aperto

 

 Il MCE di Pisa vi invita al laboratorio residenziale L’EDUCAZIONE ALL’APERTO.

Ci attenderanno due giorni di formazione presso il Rifugio Del Freo, situato a più di 1000 metri tra la Pania (regina delle Apuane) e il Corchia.  Per rendere accessibile a tutti questa formazione il prezzo del laboratorio è dato unicamente dal costo del vitto e dell’alloggio presso il Rifugio (bisogna comunque prenotarsi per poter partecipare alla formazione).

Cosa ci aspetta lassù? Oltre a Francesca e Stefano,i gestori del rifugio,  ci aspettano esperienze di osservazione del cielo di giorno e di notte.. si costruiranno oggetti, strumenti, modelli di appoggio all’osservazione e di aiuto nell’interpretazione, si  vivrà l’arrivo del buio all’aperto, si ascolteranno racconti di miti sotto il cielo stellato…

a cura di Mia Vävare  (Outdoor education Svezia),  Luca Randazzo, Laura Santoni e Ilaria Sabatini (MCE Pisa), Rita Di Ianni e Laura Barbieri (gruppo nazionale MCE Pedagogia del Cielo)

“La connessione tra apprendimento ed emozione è una cosa che Freinet, con le sue tecniche, aveva intuito con grande chiarezza..[…]

L’emozione è una componente fondamentale della conoscenza, non sono cose che si possono scindere e separare”

Ortensia Mele – La memoria storica del MCE

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